Non ci sono segreti per ottimizzare la semina del grano
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Molte delle indicazioni che andrete di seguito a leggere suoneranno ai più come già ascoltate e risapute. Ma dato che, nella realtà dei fatti e per i più disparati motivi, non sempre vengono rispettate ci pareva giusto, in vicinanza delle semine, ribadirle. Il rispetto di alcune regole, se vogliamo spesso simili a quelle che osservavano già i nostri padri o i nostri nonni, ci pare l'unica risposta possibile ad un mondo, quello dei cereali, dove troppe volte a farla da padroni sono la stagione ed i mercati contro i quali, purtroppo, noi ancora non possiamo opporci.
La sistemazione dei terreni Sappiamo bene di non dire nulla di nuovo quando affermiamo che per la buona riuscita di tutti i raccolti, grano compreso, avere una rete scolante efficiente può risultare decisivo. Ognuno di noi sa bene quanto deleteri siano i ristagni idrici con i quali, prima o poi, si va a fare i conti. Ed il più delle volte ci andiamo a rimettere. Prima regola dunque evitare accumuli superficiali di acqua anche a costo di rispolverare le vecchie baulature atte a creare la giusta pendenza. Chi ritiene di poter fare a meno dei fossi lo farà a proprio rischio e pericolo, una volta può anche andare bene ma la regola deve per forza essere un’altra.
Le lavorazioni del terreno Anche in questo caso nulla deve essere lasciato al caso. Per preparare i terreni dobbiamo logicamente fare riferimento alla coltura precedentemente coltivata. Dove abbiamo residui colturali, sia su grano tenero che su duro, la buona pratica agronomica vuole che si parli di aratura. Giusto aprire una parentesi. Con precessione Sorgo o Mais l'interramento dei residui, con conseguente apporto di Azoto (30-50 unità) per disgregare la sostanza organica e renderla più efficiente ai fini di una ottimale struttura del terreno, viene considerato fattore importante, di più, fondamentale. Con la carenza di sostanza organica che contraddistingue ormai molti dei nostri terreni questa tecnica è davvero in grado di fare la differenza. Con precessione Soia o Bietola, con terreni non calpestati, si potrà procedere con lavorazioni meno incisive (ed anche meno onerose) fino ad arrivare alla semina su sodo, ovviamente previa pulizia del letto di semina con prodotti ad azione totale (Glifosate).
La concimazione Il grano, come del resto tutte le colture, può essere nutrito in diversi modi, tutti con la stessa ragion d'essere. Non entreremo nel merito del 'questo è meglio di quello'. I tecnici del nostro gruppo saranno a disposizioni di chi lo desiderasse, a tempo debito, per approfondire la questione. In questa sede ci preme soffermarci su alcuni capisaldi di carattere più generale. In primo luogo, qualsiasi sia il piano di concimazione che si vorrà adottare questo non potrà prescindere da tre fattori 1) le esigenze della coltura; 2) il rispetto della Direttiva nitrati che per l'intera provincia di Ferrara è legge; 3) un rapporto qualità/prezzo ottimale. Stabiliti questi paletti, dal punto di vista operativo, ci sentiamo di dire che dopo Soia e Sorgo, le colture più depauperanti che annoveriamo tra le nostre rotazioni, la scelta probabilmente più razionale e quella di puntare su concimi binari (fosforo ed azoto, quest'ultimo chiaramente se non lo si è già distribuito sulle stoppie) preferibilmente mistorganici, in presemina o post-emergenza precoce su soia e in pre-aratura su sorgo. Negli altri, nella logica del contenimento dei costi, potrebbe essere sufficiente la sola concimazione fosfatica. Per la prossima campagna suggeriamo di tenere conto del fatto che, con tutte le piogge di questo 2014, la fertilità residua dei nostri terreni sarà probabilmente ai minimi storici. in copertura andranno poi completati i programmi, a seconda delle strategie con urea oppure nitrato ammonico oppure con prodotti a lenta cessione.
Scelta varietale del seme In questo numero del Cafer News sono descritte, nel dettaglio, le varietà su cui abbiamo deciso di puntare. Una scelta la nostra molto oculata, figlia dell'esperienza maturata dai tecnici dello staff Cafer da decenni di osservazioni di campo con il prezioso supporto dei campi sperimentali che Capa Cologna e Capa Ferrara allestiscono da anni ed ormai punto di riferimento insostituibile per i produttori dei nostri territori e non solo. Ovviamente i tecnici delle cooperative saranno a disposizione sempre per consigliare le aziende.
Scelta della concia In commercio esistono molti tipi di conce sicuramente in grado di soddisfare le diverse esi¬genze dei produttori. In linea teorica però, sulla maggior parte del seme 2014, due saranno le conce a dividersi le superfici più importanti. Dove non si effettuano lavorazioni, dove abbiamo residui colturali o in tutti i casi di semine anticipate, la precedenza andrà data a Systiva, sicuramente la concia oggi più affidabile. La complicata scorsa campagna sta a testimoniarlo. A sgombrare il campo da possibili interpretazioni errate di questa scelta, entrando nel merito di una questione che vede idee contrapposte, noi non sosteniamo che il ricorso a Systiva possa metterci nelle condizioni, vista la sua persistenza, di saltare pari pari il primo trattamento fungine O meglio, riteniamo di poter dire che è possibile risparmiare il primo intervento, quello che di solito, erroneamente o meno, viene accostato ed abbinato al diserbo, solo ed esclusivamente nei casi in cui si decide di combattere le infestanti presto, già nel mese di marzo come, quando possibile, capita ormai piuttosto spesso, soprattutto se si impiegano prodotti a largo spettro. In questi casi l'azione del Systiva è garantita ed il fungicida, come da manuale, lo si andrà a posizionare a protezione della foglia bandiera, come si dice in fase T39. Nei casi in cui si andrà invece a diserbare più avanti la copertura del Systiva non potrà essere garantita per cui, in fase T 39 si procederà a diserbo + fungicida. Chiaramente sulle fusariosi si andrà ad intervenire, come da tradizione consolidata, nella fase di emissione antere con linee collaudate che verranno comunque concordate con i tecnici circa le quali, in questa sede, non ci paiono opportuni approfondimenti.
Densità di semina Dobbiamo cercare di uscire dalla logica del "tanto il seme grano va seminato a 2 qli per ettaro...". Affermazione superficiale, gratuita e spesso deleteria. La quantità di seme da distri-buire per ettaro è in funzione, da una parte del numero di semi che si vorrà avere per metro quadro, di solito valutato, salve eccezioni che i tecnici indicheranno, in 350-400 per i duri e 400-450 per i teneri e dall'altra dal peso di mille semi dato per fortuna espresso, nella maggior parte dei casi, sui sacchi del seme in commercio. Non fosse indicato diventa buona norma quella di procedere autonomamente alla determinazione di tale valore pesando mille semi (faticoso ma indispensabile) ed inserendo il dato in una semplice formula che come parametri ha pure "appunto" il numero di semi a metro quadro che si desidera ottenere e la percentuale di germinabilità del seme, a sua volta espressa sul sacco di seme. La stessa varietà potrebbe avere lotti diversi con peso di mille semi variabile e quindi con densità di semina variabili. Facile immaginare il disastro cui si va incontro se si semina una varietà con 200 kg/ha se la sua densità ottimale risultasse di 160. O viceversa. Credeteci, capita!
Epoca di semina Chiaro che quando si parla di epoca di semina è difficile generalizzare visto che la natura dei terreni ed il meteo sono fattori fortemente condizionanti. Nei limiti del possibile bisogna però tenere in giusta considerazione anche le caratteristiche della varietà che andiamo a seminare. Per entrare nel merito diciamo che le cosiddette varietà invernali, che hanno cioè bisogno di freddo per espletare il proprio ciclo, ci consentono semine precoci o medio-precoci. Solo loro, non altre. Per fare esempi concreti diciamo che tra gli altri rientrano in questo gruppo Rebelde, Arezzo, Solehio. Altamira, Forblanc, Bagou. Per contro possono essere seminati in epoca più tardiva, avendo meno bisogno di freddo, praticamente tutte le varietà di grano duro e con loro i teneri Blasco ed Aquilante. Intermedi possono essere considerati grani quali Bologna, Arkeos, Paledor, Antille e Hyfy, per citare le varietà di grano che vanno per la maggiore.
Diserbo Anche in questo caso non entreremo nel dettaglio. Per avere indicazioni utili in questa direzione rimandiamo ai bollettini tecnici o alla Guida Cafer, pratica e molto dettagliata. Solo alcune considerazioni. La prima in merito alla tecnica del diserbo di pre-emergenza che dopo i fasti di qualche decennio qualcuno sta tentando di recuperare. Il nostro staff per ora decide di stare alla finestra. Il fatto che resti di fatto scoperta da queste applicazioni un'infestante tanto importante quanto l'Avena è per noi sufficiente ad optare per le attuali linee di post emergenza. Discorso diverso per le aziende che sono assolutamente certe di non avere Avena (in realtà sempre meno). Secondo appunto relativo alle resistenze di alcune infestanti a certi erbicidi con cui già oggi, in alcuni casi, dobbiamo confrontarci. Il riferimento è ad Avena e Papavero. In futuro questo problema potrebbe comportare rivoluzioni nel concetto di diserbo. Monitoreremo la situazione ed agiremo di conseguenza, tenendovi aggiornati. Chiudiamo il capitolo diserbo ricordando che in generale i diserbi vanno fatti per tempo, prima che la coltura abbia esercitato la sua competizione nei confronti del grano, soprattutto se si usano prodotti a largo spettro d'azione.
Difesa Nel capitolo dedicato alle conce in pratica ne abbiamo già parlato. Dalla difesa, la più corretta possibile, non si può prescindere, sia per la qualità delle produzioni che per il contenimento delle micotossine. Non aggiungeremmo altro, ribadendo che nei bollettini settimanali e sulla Guida Cafer potrete trovare tutte le indicazioni caso per caso.
Questi quindi i nostri suggerimenti. Su questa strada si cercherà di orientare i produttori che ci seguiranno con l'obiettivo/speranza di poter dire a fine campagna, comunque vadano le cose e senza recriminazioni, che ciò che poteva dipendere dal nostro operato è stato fatto, consentendoci di guardare alla stagione ed ai mercati, almeno, con la coscienza a posto.